Big Data sono figli dell’Internet delle cose. Gli oggetti creano delle azioni e dietro le azioni ci sono dei comportamenti”, così Paolo Errico, uno dei founder dell’azienda Maxfone, introduce l’argomento.

Tuttavia, prima di comprendere cosa siano nello specifico i Big Data, è fondamentale capire da cosa vengano generati. Ognuno di noi, durante la sua giornata, produce centinaia di migliaia di informazioni e dati che si riversano nella rete.

Siamo dei partecipanti attivi, ma i veri protagonisti sono gli oggetti che usiamo: smartphone, computer, televisioni, caldaie, irrigatori informatizzati, qualsiasi cosa che crei impulsi e sia collegato alla rete, dando origine ad un enorme bacino di dati chiamati Big Data.

Ma sono davvero così Big? Qualche cifra può aiutare a capirne meglio la portata.

Solo in Italia, con una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, il 66% della popolazione usa regolarmente Internet, 31 milioni di utenti sono registrati nei social media e circa 51 milioni utilizzano uno o più mobile devices, ovvero l’85% della popolazione. Ma i numeri non si fermano ovviamente qui: negli Stati Uniti, il 96% dei millenials sono iscritti ai social network. Se Facebook fosse un paese, sarebbe il terzo più popolato al mondo, preceduto solo da Cina e India. E siamo infine giunti all’anno in cui, secondo gli esperti, gli oggetti connessi supereranno in numero le persone fisiche che abitano il nostro pianeta.

Ma sono davvero così Big? Qualche cifra può aiutare a capirne meglio la portata.

L’informazione è potere”, citando il film “J. Edgard”.

Quando si ricerca un brand piuttosto di un altro, si guarda un video su youtube, si postano contenuti sui social, stiamo producendo notizie sui nostri interessi e necessità. Per molto tempo tutte queste informazioni sono rimaste inascoltate, tuttavia essere in grado di interpretarle dà accesso ad una ricchezza inestimabile, sia per le aziende che per la società.

Ad un primo impatto questo tema può spaventare, ciò che viene studiato è prodotto anche da noi, tuttavia tenendo validi i canonici accorgimenti da usare sul web, è possibile apprezzare il potenziale migliorativo nel tradurre questi dati.

Per le aziende, anche piccole, riuscire a capire meglio le necessità del cliente è la strada maestra per ottimizzare la propria offerta e rispondere con più velocità e precisione ai bisogni del mercato. Inoltre ad un minor rischio in errori finanziari e strategici corrisponde una maggiore stabilità dell’impresa.

Guardando, invece, con gli occhi del cliente i benefici sono, per così dire, indiretti. I Big Data sono generati dagli utenti stessi. Le azienda hanno dei dati che permettono loro di interpretare in maniera più accurata i desideri del cliente, portando il consumatore al centro. Grandi o piccole, le imprese sono, e saranno, sempre di più costrette ad ascoltare il proprio target.

Queste informazioni sono utili non solo per capire i bisogni degli utenti, ma anche per monitorare procedimenti interamente meccanici. I dati dei macchinari sono ormai diventati dati per i macchinari, per cui le macchine riescono (prima con l’aiuto umano e in seguito automaticamente) a reagire in maniera mirata ai problemi, consentendo un automatismo più semplice e veloce.

Un esempio? I vigneti più all’avanguardia sono dotati di sensori che si accorgono autonomamente dell’acidità dei grappoli, permettendo così ai viticoltori di non dover osservare manualmente e singolarmente ogni vigna. In risposta agli impulsi dati, gli altri macchinari del vigneto sapranno come comportarsi, ad esempio stabilendo la giusta quantità d’acqua in fase di irrigazione.

A 311 Verona si è aggiunta alla community Maxfone srl, specializzata in innovazione tecnologica, IoT e Big Data

Un aspetto interessante, di cui l’impresa si occupa, è lo studio della Tassonomia, grazie ad un algoritmo performante, da loro progettato e prodotto. Essa consiste nel linguaggio e nelle parole chiavi usati dagli users per riferirsi a prodotti o servizi sui social e sul web.
Un esempio? Il caffè viene descritto dai produttori con parole tecniche come torrefazione, coltivazioni naturali, ma il consumatore quando si riferisce al proprio caffè usa termini totalmente diversi, come buongiorno, mattino, coffee break.
Assimilare il linguaggio usato dagli utenti per parlare del proprio prodotto nella pubblicità, sui post e sul sito web accresce l’interesse del cliente. Inoltre utilizzare il lessico dei consumatori può aumentare l’engagement sui contenuti, spingendo Google a premiarli a livello di SEO e  a far salire il sito nell’indicizzazione.. La tassonomia, quindi, è un elemento da non sottovalutare per chi si occupa di marketing.

Tuttavia le funzioni dell’algoritmo non si fermano qui. Grazie ad esso, Maxfone è in grado di fornire analisi di mercato e identificare gli influencer del web, che creano contenuti e reazioni sui prodotti del cliente. Entrare in contatto con loro, per costruire collaborazioni, può diventare un’ottima attività di promozione.

In conclusione i Big Data sono uno strumento con incredibili potenzialità, che diventeranno indispensabili per aziende, start up e multinazionali. Hanno un futuro eccezionale, sia perché gli utenti del web sono in continuo aumento, in Europa e nei paesi in via di sviluppo, sia per i macchinari e le nuove tecnologie sempre più informatizzate.

I Big Data sono un ottimo esempio per il quale il Futuro non è sempre lontano, molto spesso è già Presente, anche a 311 Verona.