Merge-it verona
Presso 311 Verona
12/05/23 – 14/05/23
Merge-it verona
Presso 311 Verona
12/05/23 – 14/05/23
11 Maggio 2023
Ore 10:00 – 13:00
Presso 311 verona
Sono più di 1.180.000 le persone che oggi scelgono di lavorare in uno dei 13.700 spazi di coworking sparsi nel mondo, che sono in continua crescita ormai da più di 10 anni. Il concetto di coworking, infatti, è molto più di un trend passeggero, è uno dei sintomi di un ecosistema lavorativo in cambiamento.
I coworkers di oggi non sono più solo giovani professionisti, startuppers e artisti agli inizi delle loro carriere. Anche le grandi imprese, multinazionali e ONG hanno compreso che, per cavalcare un’onda di continua disruption, è necessario adottare un approccio basato sul continuo apprendimento, la collaborazione, l’interconnessione e la flessibilità.
Anche il modo in cui apprendiamo viene influenzato dall’era digitale. Dimenticati il ‘read-repeat’ e dai il benvenuto alle esperienze che insegnano. Essere parte di uno spazio collaborativo e popolato da realtà totalmente diverse, è un’esperienza di apprendimento continua sia a livello professionale che personale.
Gli spazi di coworking sono composti da professionisti ed entità diversi tra loro, accomunati, però, dalla consapevolezza e dalla voglia di apprendere, crescere e collaborare. Come si traducono questi valori in pratica? In comunità che creano valore immenso per tutti i loro abitanti, e che danno la possibilità all’individuo di esprimere se stesso e, quindi, il proprio talento.
Essere parte di uno spazio di coworking significa anche espandere la propria rete di conoscenze ed essere costantemente circondati da potenziali soci, collaboratori e mentori. Insomma, si guadagna una rete di competenze che può dare accesso a una moltitudine di opportunità.
Per permettere ad entità differenti tra loro di co-abitare in armonia, gli spazi di coworking sono ambienti flessibili e dinamici. Senza alcun dubbio, la chiave per la competitività e per l’efficienza è la flessibilità, specialmente in un contesto lavorativo in continuo cambiamento. Gli spazi di coworking sono dunque perfetti sia per i neo imprenditori sia per le grandi aziende. I primi hanno bisogno di uno spazio che si adatti alle loro necessità, mentre i secondi spesso iniettano i loro dipendenti nei coworking per apprendere da organizzazioni più giovani e, tendenzialmente, più agili.
Il coworking è prima di tutto uno stile lavorativo, in cui si promuove la collaborazione e lo scambio di idee e progetti tra professionisti, giovani imprenditori e start-up. Il continuo fluire di opinioni, punti di vista e la cooperazione, permettono ai singoli di arricchirsi personalmente e a livello di competenze e opportunità lavorative. Tutto ciò è possibile soprattutto grazie alla struttura in cui gli individui si trovano.
Il coworking, infatti, è anche un luogo, in cui ogni imprenditore affitta la sua postazione (desk), disponibile 24h al giorno per tutta la settimana e talvolta anche un private office, dedicato ad una o a più imprese. Il prezzo del desk comprende anche la rete wifi, il riscaldamento e altri servizi che variano da luogo a luogo, ad esempio stanze per incontri con i clienti, cucina e sale relax.
Story note – Il primo coworking è nato a San Francisco nel 2005, e in Italia ha cominciato a diffondersi negli anni seguenti.
Ciò che rende unico il coworking di 311 Verona è l’attenzione nell’accogliere settori specialistici di tre meta-competenze: digital communication, ingegneria informatica (cyber security, biometric technologies, big-data, ecc) ed educazione, con un totale di oltre 65 matrici di competenza.
La sinergia di queste realtà, che convivono negli spazi di 311 Verona, ha come obiettivo quello di creare da una parte innovazione nei vari campi delle aziende, e dall’altra strumenti di esperienza conoscitiva per la crescita professionale dei ragazzi, che si affacciano sul mondo del lavoro, e degli stessi coworkers.
Il nostro coworking si propone principalmente due obiettivi di crescita: quella personale, attraverso la promozione di eventi formativi e collaborazione tra coworkers, e quella lavorativa, poiché all’interno dello spazio vi è una continua contaminazione tra diverse realtà, molte delle quali esterne alle aziende del coworking.
Questo luogo crede nel creare un impatto positivo sul territorio in cui opera.
Ciò è avvenuto, e sta avvenendo, attraverso la rivitalizzazione degli edifici della zona delle ex Fonderie Galtarossa , la partecipazione di artigiani veronesi nella creazione del mobilio, e la collaborazione con aziende di Verona e di tutt’Italia per la creazione di eventi e nuove opportunità di lavoro.
Infatti stanno partendo nuovi progetti, come l’ampliamento del primo piano con ulteriori private office, l’apertura dello spazio di UXlab (con il design ideato e progettato da Marta Paganotto di Moodesign Accademy, coworker di 311 Verona) e molto altro ancora. Questa espansione è indice dei grandi piani di 311 Verona nel diventare un polo di riferimento nell’innovation e nell’education, mantenendo sempre la persona al centro.
*rendering: Moodesign accademy
Futuro lavoro è un progetto di Fondazione Edulife, onlus che si dedica all’educazione e al progetto di vita dei giovani, presso 311 Verona. Lo scopo è aiutare i giovani a specializzarsi in ambiti specifici, in modo da diventare competenti e lavorativamente interessanti per le aziende. Allo stesso tempo, formando e facendo emergere i Talenti, grazie al progetto, le imprese acquiscono lavoratori ricchi di skills e di una visione innovativa e aperta.
La straordinaria novità di Futuro Lavoro è l’opportunità, per i giovani, di poter lavorare, collaborare, apprendere, trovare ispirazione in un luogo come quello di 311 Verona, un ambiente che racchiude più di 65 matrici di competenze e che vive della sinergia dei suoi abitanti.
I fattori sono vari. Prima di tutto l’Italia e il Veneto si stanno confrontando con un fenomeno giovanile preoccupante, i NEET (not (engaged) in education, employment or training). Nel 2008, con l’arrivo della crisi, nella regione erano 109 mila, oggi sono diventati 201 mila, registrando una crescita dell’84%.
Secondo, le imprese dichiarano che nel 30% dei casi faticano a reperire personale con le caratteristiche richieste. Molto spesso, i giovani diplomati o laureati possiedono un attestato di studio senza, però, avere competenze specialistiche e pratiche.
Un altro fattore si individua nell’arretratezza digitale, informatica e sul fronte dell’innovazione delle piccole medie imprese (non solo italiane). Tra il 2015-2016 solo il 14% delle Pmi europee ha utilizzato Internet come canale di vendita.
In Italia scontiamo anche un tasso di analfabetismo funzionale tra i più elevati nei Paesi Europei.
Non possiamo, quindi, fingere che non esistano difficoltà. Tuttavia, la Storia insegna, il progresso e le migliori innovazioni nascono nei momenti più complessi.
Fondazione Edulife ha deciso di non rimanere passiva al corso degli eventi. Ha capito che è essenziale sia per i ragazzi, sia per il tessuto aziendale:
Gianni Martari, referente anche del progetto Plan Your Future per Fondazione Edulife, scrive: ”Mettere la persona al centro dell’innovazione significa riconoscere appieno la qualità delle sue competenze, scoprire il know how di cui è portatore e saperlo trasformare in consapevolezza e opportunità di scambio e contaminazione”.
Mettere al centro la persona, implica, inoltre, comprendere le necessità dell’azienda, analizzare i bisogni e le carenze, in modo da formare i giovani del progetto con competenze di utilità e valore per l’impresa.
Il primo passo per la creazione dell’esperienza è realizzare una partnership con le aziende interessate, e ricercare giovani con la passione e il Talento.
In seguito, creato il team di lavoro, la formazione dei partecipanti avviene attraverso: apprendimento non formale, collaborazione e workshop. Quest’ultimi sono gestiti e coordinati da esperti internazionali del tema.
Negli eventi di formazione e sperimentazione i responsabili di progetto (e le aziende) hanno la possibilità di vedere all’opera i team e selezionare alcuni ragazzi, per inserirli nel loro team di lavoro.
Futuro Lavoro è iniziato nel 2016 con 4 gruppi, in un totale di 16 ragazzi.
311 Verona, il nostro spazio di coworking, nasce in un luogo ricco di storia. Nel 1902 Antonio e Giacomo Galtarossa fondano le Officine Meccaniche e Fonderie Galtarossa. Ad un passo dall’Arena di Verona, quest’area industriale, inizialmente, produce lampade ad acetilene, vendute in tutto il mondo.
Da un terreno di campagna i due imprenditori trasformano un’impresa artigianale in un colosso industriale, con oltre 1300 dipendenti, rinnovando economicamente la zona manifatturiera di Verona. Quest’area, quindi, ha un passato ricco di successo, dinamicità e opportunità, aspetti questi che vogliono essere recuperati da 311 Verona.
Durante la Seconda Guerra Mondiale gli stabilimenti vengono bombardati per più di 60 volte, a causa della loro vicinanza alla ferrovia.
Dopo i conflitti armati l’azienda attua una riconversione industriale e comincia ad occuparsi in maniera stabile di macchinari agricoli e carrozze ferroviarie. Le Fonderie Galtarossa continuano la propria attività fino al termine degli anni ‘70, quando, dopo un periodo di crisi, gli stabilimenti vengono venduti, ma lasciati gradualmente vuoti e quasi disabitati.
Nel 2015 la Fondazione inizia un percorso di collaborazione con BIM, con l’obiettivo di riqualificare degli edifici industriali in spazi dedicati all’innovazione e ai giovani.
L’edificio, precedentemente usato per la manutenzione dei carrelli ferroviari, è stato trasformato in un open space, diventato il cuore della community e del coworking.
Il design di 311 Verona, caratterizzato da una convivenza armoniosa di legno e ferro, è concepito e realizzato dall’architetto Benedetta Nicolich.
Edulife spa, Nicolich Design Studio, Event Lab, Nove34 e Mediasoft compongono il primo gruppo di aziende che si insediano all’interno del coworking.
Fin da subito ciascuna delle persone e delle aziende, che aderisce alla community, contribuisce alla realizzazione del progetto, mettendo al centro la competenza e la collaborazione.
Vengono costruiti i private office e aggiunti i tavoli, le librerie, i quadri e i diffusori stereo. Tutto questo lavoro ha permesso di inaugurare l’edificio al pubblico il 31 marzo del 2016.
Nei primi mesi del 2017 sono state poste le basi per ampliare 311 Verona con ulteriori spazi. Il 31 marzo 2017 ad un anno di distanza dall’inaugurazione è stato aperto UX Lab, uno spazio dedicato ai giovani.
Plan Your Future è un progetto di Fondazione Edulife. L’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi delle superiori a capire quale strada intraprendere dopo il diploma, quale corso universitario, quale impiego lavorativo.
Questa scelta non può essere presa alla leggera! Seguire le proprie passioni e il proprio Talento sono gli ingredienti migliori per raggiungere soddisfazioni e successo nel lavoro.
Tutto ciò è fondamentale, perchè il mondo del lavoro che abbiamo sperimentato fino a 10 anni fa è, ormai, storia.
Un tempo trovare un impiego era un’attività schematica, caratterizzata da maggiore sicurezza, ma che, in quanto tale, non accoglieva la vivacità e la creatività dei singoli.
Capire come destreggiarsi in un nuovo mondo di opportunità non è sempre facile. I dati Istat esplicitano questa difficoltà, rilevando che, alla fine del 2016, la disoccupazione giovanile è risalita al 40%.
È iniziata come attività sperimentale su volontà dell’Associazione Prospera, per trasferire testimonianze di manager e imprenditori a giovani in formazione. Nel 2013 ha ricevuto anche un sostegno importante da Fondazione Cariverona.
Per l’orientamento scolastico l’approccio scelto è quello esperienziale-educativo; mira ad incoraggiare nei ragazzi la riflessione sulla propria esperienza, per analizzare i passaggi cognitivi e il vissuto emotivo e in questo modo facilitare la comprensione della nuova realtà in cui viviamo, rendendoli più consapevoli e pronti al futuro.
Ad oggi sono state girati più di 110 video interviste a professionisti in vari ambiti lavorativi (manageriali, commerciali, tecnici), dando agli interlocutori la possibilità di comunicare direttamente coi testimoni.
L’affluenza è stata altrettanto più di 1200 ragazzi già iscritti, più di 80 scuole coinvolte e più di 600 incontri in aula. Finora il progetto è stato coltivato in ben 4 province: Verona, Belluno, Vicenza e Lodi.
Il responsabile di Plan Your Future all’interno della Fondazione Edulife è Gianni Martari, educatore che lavora per la Onlus, vede in 311 Verona incredibili opportunità.
311 Verona, infatti, essendo uno spazio di coworking, in cui si è scelto di riunire tre meta-competenze, ha tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento. In questa melting-pot di aziende, che si occupano in maniera diversa di competenze in ambiti “intangibili” (cyber security, gestione dei social, …), e in ambiti “tangibili”, (l’interior design, …), dà spazio alla curiosità e alla passione dei ragazzi, attività lavorative che sono molto attuali e di crescente interesse per il mercato.
My Digital Nomad radar tells me Verona is going to be the next hotspot for location independent workers.
It only makes sense for the digital nomad movement, keen on lifestyle and work balance, to find somewhere in Italy to call home.
Verona is just the place for that, and I’ll tell you why!
If there’s one thing to love about Verona it’s that it has all the perks of a bigger city, but still manages to have that italian small town feel to it.
Public transportation is reliable, but you can still cycle your way around the city. You can choose between buying from international shopping malls or local artisans. The local culture and customs are still a huge part of everyday life, but the city is also becoming more and more diverse. You really do get the best of both worlds.
Verona is a vibrant city, things are happening all the time, throughout all seasons. Starting from Vinitaly, one of the world’s biggest wine fairs in the world, to the numerous concerts, festivals and shows that are held every summer in the Arena. Verona’s charm isn’t just about big events though, it’s also in the small bars hidden in narrow streets, in its local markets and university cafes.
Last but definitely not least – forget language barriers, as in Verona most people under the age of 40 speak fairly good English. This makes meeting the locals much more accessible and taking care of day to day matters a LOT easier!
Verona is located between three of the most beautiful areas in Northern Italy.
Lake Garda, one of the most scenic lakes in Europe is just 20 minutes away. This huge lake links three different regions, Veneto, Lombardia and Trentino Alto Adige. It’s perfect for kitesurfing, sunbathing, cycling and enjoying the wonderful views.
Valpollicella, a place that gives the Tuscan countryside a run for its money, and where some of the most famous wines in Italy are produced, is only 15 minutes away. You can cycle to Valpolicella from Verona in less than half an hour, making this a perfect one day getaway. The rich valley is full of ‘agriturismi’, old farms turned into family owned restaurants, and vineyards, where you can spend an afternoon tasting wine and cheese.
Monte Baldo is less than an hour away from the city. The majestic mountain is famous for its breathtaking views of Lake Garda. This is a great spot to hike throughout the year, paraglide in the spring and summer, and dine in the ‘Malghe’ (restaurants serving mountain food) during winter.
There are over 20 coworking spaces in Verona, a number that seems to be increasing considerably year after year. Here’s a list of our favourites:
311 VERONA – our top choice (of course)! Just round the corner from the center and 15 minutes by foot from the main train station (Lungadige Galtarossa, 21). 311Verona is a non-formal coworking and learning center where professional and personal growth are constant, for everyone.
STARTUP GYM – 5 minutes from the railway station by foot (Via Locatelli). This coworking space was born as a meeting point for the startuppers in Verona, in particular innovative startups in the digital field.
OFFICINA 18 – not very close from the city center, but perfectly connected with the public transports, it’s located near the fair (Via Copernico). The main feature of this coworking area is the transformation of an old thermomechanical complex into a coworking space with a big kitchen, a room where courses are held and a hub of ideas.
LINOS&CO – known for being many different things. It’s a coworking hub, where you can rent a private space or work in collaboration with others, a well known typography shop and does consulting for communication materials. It’s in the city center, so very easy to reach by bike of foot, a little harder by car because of the parking spaces. In the laboratory that also prints on letterpress there is the possibility of booking workshops with a local artisan.
Verona is well below average in terms of pricing compared to its european rival cities.
Living here will cost you much less than basing yourself in other cities such as Milan, Florence and Rome. If you’re careful with your budget, you can live on 900 Euros per month, sometimes even less.
311coliving–
shared room → 1200 €/m (including cleaning, bike, coworking space, local sim card)
Airbnb → starting from 1000 €/m
Hotel → 50 €/n
Basic meal → 7,50 €
Meal in restaurant → 20 €
Glass of wine→ 2 €
Espresso→ 1 €
Daily fee → 10 €
I don’t think I need to add anything. The real question is, why aren’t you here already!
To learn more about how to connect to fellow digital nomads in Verona contact Elena on elena@311verona.com
In quest’ultimo mese negli USA la Net Neutrality è un argomento all’ordine del giorno. Ma quanti qui in Italia ne hanno sentito parlare? Ecco un piccolo riassunto di quello che sta succedendo oltre Oceano, riguardo ad un tema molto attuale, con ricadute rilevanti in termini di uguaglianza, libertà di scelta, di opinione, di espressione.
Heather West, Mozilla’s Senior Policy Manage, la esprime così:
“È l’idea che il tuo provider di servizi internet – che esso sia Comcast, o Verizon, o chiunque altro – non possa avere la possibilità di scegliere quale servizio o contenuto tu possa vedere, o di far pagare i siti affinché i loro contenuti vengano caricati più velocemente”.
Per partire è necessario, dunque, dire due parole riguardo ai provider di servizi internet o ISP, in quanto coinvolti nella vicenda.
Un provider di servizi internet è una società che permette l’accesso ad internet a pagamento. Oggi la maggior parte degli operatori di telecomunicazioni sono anche ISPs, che forniscono, oltre all’accesso ad Internet, servizi quali la registrazione e manutenzione del dominio e l’hosting di pagine web. I principali ISPs statunitensi sono AT&T, Verizon e Comcast.
Negli USA, al momento, permane una situazione per cui solo il 38% degli americani ha possibilità di scegliere tra più provider di servizi internet, mentre la restante percentuale si trova soggetta ad una condizione di monopolio, o in piccola parte non ha accesso alla rete. Il fatto che i consumatori si trovino nell’impossibilità di passare ad un altro ISPs ha incoraggiato in passato, e incoraggia tutt’ora, i maggiori players a comportamenti prevaricanti nei confronti degli utenti.
Due anni fa, grazie ad una modifica legislativa – volta finalmente ad accogliere i principi di net neutrality – la FCC (Federal Communication Commission), ovvero l’organo preposto al controllo del mercato delle comunicazioni negli USA, si garantisce la possibilità di proibire agli ISPs determinate pratiche: dare la precedenza, in termini di velocità di connessione, a quei siti internet che pagano di più, penalizzando invece chi non ha la possibilità di permettersi determinate tariffe (la c.d. creazione di fast lanes), e influenzare il modo in cui gli utenti utilizzano il web, indirizzandoli spesso a loro insaputa verso determinati contenuti.
Il 18 maggio scorso, è passata la mozione di Ajit Pai, recentemente nominato presidente della FCC dall’amministrazione Trump. Essa consiste nella fine della Net Neutrality e nel ritorno allo stato precedente, in cui non sarà più applicabile nessuna regola che protegga dai comportamenti lesivi esemplificati in precedenza. Il tutto andrebbe a favore di chi è in grado di pagare di più, ed a detrimento di tutti quei piccoli soggetti che però contribuiscono alla fermentazione delle idee e dell’innovazione nello spazio digitale: startuppers, blogger e non profits tra i primi.
Pai ha cercato di rassicurare, argomentando che gli ISPs possono sempre inserire delle promesse ai consumatori nei loro terms of service. Tuttavia è evidente la debolezza di questa tutela, essendo i terms of service garanzia di scarsa valenza giuridica, nonché soggetti al cambiamento al minimo volere dell’azienda che li ha emanati.
In Italia è un tema ancora poco sentito, ma essendo che i colossi di questo ambito sono principalmente americani, la Net Neutrality non è un argomento di cui possiamo sentirci completamente immuni.
Se questo blog ti ha incuriosito sul tema della Net Neutrality, e hai voglia di approfondirlo segui l’iniziativa che Electronic Frontier Foundation lancerà il 12 giugno prossimo, supportata anche da grandi nomi quali Amazon, Kickstarter, Vimeo e Mozilla.
Articolo di: Michele Bacchion
“I Big Data sono figli dell’Internet delle cose. Gli oggetti creano delle azioni e dietro le azioni ci sono dei comportamenti”, così Paolo Errico, uno dei founder dell’azienda Maxfone, introduce l’argomento.
Tuttavia, prima di comprendere cosa siano nello specifico i Big Data, è fondamentale capire da cosa vengano generati. Ognuno di noi, durante la sua giornata, produce centinaia di migliaia di informazioni e dati che si riversano nella rete.
Siamo dei partecipanti attivi, ma i veri protagonisti sono gli oggetti che usiamo: smartphone, computer, televisioni, caldaie, irrigatori informatizzati, qualsiasi cosa che crei impulsi e sia collegato alla rete, dando origine ad un enorme bacino di dati chiamati Big Data.
Solo in Italia, con una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, il 66% della popolazione usa regolarmente Internet, 31 milioni di utenti sono registrati nei social media e circa 51 milioni utilizzano uno o più mobile devices, ovvero l’85% della popolazione. Ma i numeri non si fermano ovviamente qui: negli Stati Uniti, il 96% dei millenials sono iscritti ai social network. Se Facebook fosse un paese, sarebbe il terzo più popolato al mondo, preceduto solo da Cina e India. E siamo infine giunti all’anno in cui, secondo gli esperti, gli oggetti connessi supereranno in numero le persone fisiche che abitano il nostro pianeta.
“L’informazione è potere”, citando il film “J. Edgard”.
Quando si ricerca un brand piuttosto di un altro, si guarda un video su youtube, si postano contenuti sui social, stiamo producendo notizie sui nostri interessi e necessità. Per molto tempo tutte queste informazioni sono rimaste inascoltate, tuttavia essere in grado di interpretarle dà accesso ad una ricchezza inestimabile, sia per le aziende che per la società.
Ad un primo impatto questo tema può spaventare, ciò che viene studiato è prodotto anche da noi, tuttavia tenendo validi i canonici accorgimenti da usare sul web, è possibile apprezzare il potenziale migliorativo nel tradurre questi dati.
Per le aziende, anche piccole, riuscire a capire meglio le necessità del cliente è la strada maestra per ottimizzare la propria offerta e rispondere con più velocità e precisione ai bisogni del mercato. Inoltre ad un minor rischio in errori finanziari e strategici corrisponde una maggiore stabilità dell’impresa.
Guardando, invece, con gli occhi del cliente i benefici sono, per così dire, indiretti. I Big Data sono generati dagli utenti stessi. Le azienda hanno dei dati che permettono loro di interpretare in maniera più accurata i desideri del cliente, portando il consumatore al centro. Grandi o piccole, le imprese sono, e saranno, sempre di più costrette ad ascoltare il proprio target.
Queste informazioni sono utili non solo per capire i bisogni degli utenti, ma anche per monitorare procedimenti interamente meccanici. I dati dei macchinari sono ormai diventati dati per i macchinari, per cui le macchine riescono (prima con l’aiuto umano e in seguito automaticamente) a reagire in maniera mirata ai problemi, consentendo un automatismo più semplice e veloce.
Un esempio? I vigneti più all’avanguardia sono dotati di sensori che si accorgono autonomamente dell’acidità dei grappoli, permettendo così ai viticoltori di non dover osservare manualmente e singolarmente ogni vigna. In risposta agli impulsi dati, gli altri macchinari del vigneto sapranno come comportarsi, ad esempio stabilendo la giusta quantità d’acqua in fase di irrigazione.
Un aspetto interessante, di cui l’impresa si occupa, è lo studio della Tassonomia, grazie ad un algoritmo performante, da loro progettato e prodotto. Essa consiste nel linguaggio e nelle parole chiavi usati dagli users per riferirsi a prodotti o servizi sui social e sul web.
Un esempio? Il caffè viene descritto dai produttori con parole tecniche come torrefazione, coltivazioni naturali, ma il consumatore quando si riferisce al proprio caffè usa termini totalmente diversi, come buongiorno, mattino, coffee break.
Assimilare il linguaggio usato dagli utenti per parlare del proprio prodotto nella pubblicità, sui post e sul sito web accresce l’interesse del cliente. Inoltre utilizzare il lessico dei consumatori può aumentare l’engagement sui contenuti, spingendo Google a premiarli a livello di SEO e a far salire il sito nell’indicizzazione.. La tassonomia, quindi, è un elemento da non sottovalutare per chi si occupa di marketing.
Tuttavia le funzioni dell’algoritmo non si fermano qui. Grazie ad esso, Maxfone è in grado di fornire analisi di mercato e identificare gli influencer del web, che creano contenuti e reazioni sui prodotti del cliente. Entrare in contatto con loro, per costruire collaborazioni, può diventare un’ottima attività di promozione.
In conclusione i Big Data sono uno strumento con incredibili potenzialità, che diventeranno indispensabili per aziende, start up e multinazionali. Hanno un futuro eccezionale, sia perché gli utenti del web sono in continuo aumento, in Europa e nei paesi in via di sviluppo, sia per i macchinari e le nuove tecnologie sempre più informatizzate.
I Big Data sono un ottimo esempio per il quale il Futuro non è sempre lontano, molto spesso è già Presente, anche a 311 Verona.